#PizzaUnesco contest, vince la Pomodorosa
Lunedì 27 settembre, nella suggestiva cornice di Palazzo Caracciolo, a Napoli, è stato premiato il vincitore del contest #pizzaUnesco, iniziativa promossa da MySocialRecipe in collaborazione con Luciano Pignataro WineBlog e con il patrocinio del Museo Vivente della Dieta Mediterranea.
La gara a colpi di impasti era stata lanciata nel giugno scorso per supportare la candidatura dell’ “arte dei pizzaiuoli napoletani” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, presentata il 26 marzo 2015 dalla Commissione Italiana per l’UNESCO, e che sarà discussa a Parigi nel 2017. Tra i dieci finalisti della competizione internazionale, che ha visto la partecipazione di 130 pizzaioli professionisti, a trionfare è stato Davide Civitiello, già vincitore del Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – Trofeo Caputo 2013, con la ricetta della Pomodorosa, capace di rendere la tradizione dei pizzaiuoli napoletani con sapienza e semplicità.
La pizza giudicata la più buona del mondo dalla giuria del #pizzaUnesco ha forma ovale e non tonda, ed è divisa in quattro sezioni: pomodorini del Piennolo del Vesuvio, aglio, origano e basilico; datterini gialli di Battipaglia, mozzarella e pepe; pomodorini di Corbara e pecorino bagnolese grattugiato; antico pomodoro campano San Marzano, mozzarella e basilico. Il tutto condito rigorosamente con olio extravergine di oliva. Insomma, racchiude in sé alcuni degli ingredienti simbolo della dieta mediterranea.
Tra le altre ricette arrivate in finale spiccano: la pizza Vivadella di Pasqualino Rossi con base di provola affumicata, mortadella di Modena I.g.p, ricotta di bufala, e pistacchi di Bronte; la pizza AmatriciaMia di Gaetano Giglio con pomodoro San Marzano, provola, polvere di cipolla, pancetta, parmigiano e pecorino; e la pizza A Carrettiera di Maria Cacialli con salsicce di Norcia, fasci di friarielli, provola affumicata, peperoncino e aglio.
Il vincitore del #pizzaUnesco contest con la sua Pomodorosa volerà a Las Vegas per rappresentare oltreoceano l’arte dei pizzaiuoli napoletani, in attesa della decisione parigina. In caso di esito positivo della candidatura, si tratterebbe del settimo tesoro italiano riconosciuto, nonché della prima tradizione iscritta connessa a una produzione alimentare. Una prestigiosa occasione per promuovere l’autentico made in Italy nel mondo, proprio attraverso un prodotto che rappresenta uno dei pilastri della dieta mediterranea, già patrimonio UNESCO.